IL TERRITORIO

In viaggio

La Basilicata esiste, ed è una terra bellissima. Ma per scoprirla devi decidere di andarci apposta, perché non ci passi per caso. Le autostrade la lambiscono, le ferrovie hanno solo tratte locali. Eppure questo isolamento nel tempo è la sua fortuna di oggi. I fenomeni di urbanizzazione selvaggia appartengono ad altri luoghi della penisola. In Basilicata ti può capitare di fare km e km senza vedere una casa o incontrare una persona, salvo, all’improvviso, imbatterti in un paesino in pietra abbarbicato sulla montagna, fermo ad un ieri indistinto senza ansia di domani, oppure in una lenta processione che spinge fuori dalle case l’intero paese.

 

Il Vulture-Melfese

A Melfi siamo nella parte alta del Vulture, l’antico e bizzoso vulcano attivo fino a 400.000 anni fa che domina il nord della regione.

E’ un complesso ampio quello del Vulture. L’attività vulcanica e quella tettonica hanno giocato talvolta a rimpiattino, modificando nel tempo posizione dei crateri o creando gole e avvallamenti.

E’ sufficiente un giro intorno alle sue pendici per accorgerti di antiche colate laviche, di crateri e attività che faticherai a credere così lontane. Sosta da non perdere sono i Laghi di Monticchio, due formazioni crateriche risalenti all’ultimo periodo di attività del Vulcano, poi precipitate in una caldera. La Bramea del Vulture, una rara farfalla notturna, oggi specie protetta, li ha scelti come dimora.

E poi Melfi, antica città imperiale, fiera del suo antico Castello Federiciano che ospita un importante museo archeologico, aggrappata ad un imponente campanile Normanno risparmiato dalla controriforma, che si staglia su una sontuosa piazza del Duomo. Città che non scorda gli antichi fasti, ma non nasconde il suo passato vassallo. Di rara suggestione sono le chiese rupestri scavate nel tufo, in particolare quella di Santa Margherita che vale una visita.

 

Il suolo e il clima

I processi di pedogenesi del materiale piroclastico hanno portato la formazione di suoli particolarmente fertili e ricchi di potassio; il sottosuolo, invece, serba numerose fonti di acque minerali, naturalmente ricche di anidride carbonica.

Su questo substrato eccezionale la vitis vinifera varietà Aglianico ha trovato un luogo in cui esprimersi al meglio. Favorita dal clima temperato freddo, gode del caldo sole del sud che di sera lascia il posto ad aria più fresca e aiuta a mantenere acidità piacevoli e a sviluppare profumi eleganti. La diffusione di questa uva a maturazione tardiva si è concentrata lungo una linea ideale che va dalla Campania verso la Puglia passando per la Basilicata, lungo il 41° parallelo, dove sembra dia il meglio di sé, ma qui nel Vulture assume caratteristiche e qualità non replicabili.